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UN DUE TRE STELLA!

Vincitore del Premio Acqui Storia per la narrativa 2021

QUARTA DI COPERTINA

Un due tre Stella! romanzo tra quelli segnalati dal XXIV Premio Calvino “per la densa e potente saga familiare monferrina che attraversa il Novecento per arrivare al secondo dopoguerra del riscatto, con l’Eternit delle polveri d’amianto sempre all’orizzonte, è un singolare esempio dell’uso della letteratura di memoria per produrre teoria, critica sociale, riflessione politica, lettura antropologica, il tutto reso però in modo leggero ”.

 

Il racconto ha vinto il Premio Acqui Storia per la narrativa per aver saputo “intrecciare romanzo familiare, romanzo d’ambiente e romanzo storico in cui la vicenda personale si inquadra e si esprime nella rilettura di una fase dell’epoca contemporanea – gli anni Settanta del Novecento – vista come la vera conclusione del dopoguerra”.

Nello spazio fiabesco della narrazione infantile, uomini “insignificanti” incrociano le loro vicende con quelle di personaggi della storia e della cultura, filtrati dallo sguardo curioso e ingenuo di un bambino che esplora il mondo in bicicletta in un viaggio di formazione che troverà compimento nella montagna:  una montagna reale e simbolica allo stesso tempo, tanto da essere chiamata la “valle dei minatori”, a indicare sia un luogo biblico in cui, come accade a molti dei personaggi, espiare una vita di fatica sia il reale paradiso delle vacanze in cui apprendere dai padri, su per i suoi sentieri, quei principi basilari con cui crescere e diventare uomini.

RECENSIONI

Rossana Levati

Per chi come me ha trascorso la sua infanzia negli anni Settanta, questo libro che descrive la storia del piccolo Bicio, diventato adolescente e poi uomo in un paese della provincia italiana, negli anni del boom economico e della corsa al benessere assicurato dal progresso, può riaccendere ricordi e riportare alla memoria dettagli familiari alla vita di tutti: i cibi, le tradizioni, i nuovi riti familiari, le vacanze, le automobili, la radio, la musica, l’improvviso erompere della modernità che sembra cambiare per sempre le vite di tutti. Poi si scopre, di pagina in pagina, che il viaggio di Bicio non è solo un viaggio reale, sulle ruote di una bicicletta che portano il bambino a esplorare il mondo degli adulti, ma è anche un viaggio nel tempo, alla ricerca delle proprie radici familiari e nel tentativo di costruire la propria identità; un viaggio ai confini tra mondo materno e mondo paterno, così distanti e incompatibili; un viaggio nei primi conflitti sociali del proprio paese, tra pagine drammatiche come gli episodi del terrorismo nella storia italiana degli anni Settanta; un viaggio nella storia italiana, nel tentativo di comprendere dinamiche della nostra Resistenza e alcune sue pagine controverse; e soprattutto un viaggio interiore, quasi un voler fare i conti con un proprio dolore segreto, rimasto da parte per anni e reso limpido dalla scrittura: Eschilo dice che è volontà di Zeus che l’uomo raggiunga la conoscenza di se’ e del mondo attraverso il dolore, la legge inalterabile del “pathei mathos”. E quel dolore, la morte del padre, va attraversato per comprendere fino in fondo il senso del proprio esistere e del proprio diventare adulti. Un nuovo viaggio, sui sentieri della montagna, ricongiunge tutte queste strade e consente di conciliare passato, presente e futuro in un percorso in cui il figlio di un tempo, oggi padre, può trasmettere ai suoi figli la stessa legge imparata da giovane: un passo dopo l’altro, il segreto per scalare il mondo, dosando le forze per raggiungere l’obiettivo del viaggio, anche se alla meta nulla ci aspetta. Ci viene incontro, dalla pagine del romanzo, una galleria di personaggi indimenticabili, ognuno descritto dalla penna dell’autore con pochi tratti caratteristici che restano incisivamente ed emotivamente impressi nel cuore del lettore: dal nonno Benedetto allo zio soprannominato Burt Reynolds, dalla zia “Kim Novak” alla nonna “Mimnonfot”, dal partigiano Tom a Tec Tec a Zeta il profeta, dalla nonna che sembra Rossella O’Hara a sua figlia dalla voce vellutata, dalla professoressa di inglese al Mario alla vecchia pittrice un po’ matta: tutti devono fare i conti, in quell’Italia che corre verso il futuro, con la Storia che mescola le vite condannando alcuni alla malasorte e all’oscurità e innanzando altri alla ricchezza e alla fama, e con il proprio personale destino, una “Necessità” che porta a inattese sconfitte, che lasciano l’amaro in bocca perché non sempre si intravede il riscatto. Nel sovrapporsi degli anni e delle generazioni, anche se il destino è beffardo e talvolta si perde perfino la dimensione della salvezza, ciò che da’ senso al vivere, e alla storia narrata nel romanzo, è l’ostinazione della memoria, che conserva i ricordi, li indaga, li sottopone a critica e li giustifica, riportando limpidezza alla comprensione dei fatti e ritrovandone la lezione profonda: diventare adulti non è che accettare responsabilità, sacrificio e fatica, tracciando un sentiero per se stessi e per gli altri.

Arianna Pomasan

“Un due tre stella!” è un romanzo frutto di una concatenazione tra biografia e storia. Le vicende narrate sono quelle di un bambino dal nome non specificato ormai adulto che, attraverso i suoi occhi, i suoi ricordi e la sua crescita, racconta di come ha visto scivolare davanti a sé la parentesi degli anni ’70 e ’80; partendo da ciò che accade intorno a lui, ci aiuta a comprendere la sua storia e quella della sua famiglia per poi spingersi a descrivere eventi storici, tradizioni, parole dialettali, gli usi e costumi così lontani nel tempo da apparirgli strani e incomprensibili e quelli nuovi dettati dall’inizio di una nuova epoca. Si tratta di un romanzo composto da capitoli scritti in prima persona in cui la voce narrante del protagonista prima espone ciò di cui è stato testimone per poi descrivere e compiere una serie di riflessioni, sia sul piano personale e famigliare sia su quello epocale e storico. Nei capitoli finali il protagonista pone il suo piano di riflessione più al presente rispetto che al passato, ripassando ciò di cui ha parlato sin dall’inizio, ovvero i fatti e i ricordi, anche quelli più piccoli, che nel tempo lo hanno costruito come persona e che gli fanno riscoprire la forza e la voglia di andare avanti in una vita in cui molto è già stato vissuto, ma che può ancora vivere molto. Lo scopo del romanzo è incentrato nel sollevare il tema della vita, del ricordo, della grandezza del ciclo di evoluzione della Storia e del suo cambiamento, dei dubbi, grandi, piccoli e inutili che siano, a cui ciascuno è sottoposto nell’arco della sua esistenza

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